Palabam - Mantova

Il concerto di Mario Biondi

Il 27 Ottobre ho partecipato al concerto di Mario Biondi che ha tenuto al Palabam di Mantova, gremito da un pubblico di nicchia appassionato del cantante siciliano.
        Puntualmente, alle 21:30, il concerto ha avuto inizio su un palco tanto minimalista quanto di grande impatto visivo, grazie agli strumenti disposti con ordine e ad una gestione delle luci a dir poco magistrale.
        Mario Biondi non ha bisogno di presentazioni: show man quanto basta, aggraziato nel suo abito casual e con la giusta dose di ironia, canta, con il carisma che lo contraddistingue, il repertorio soul, jazz e latin jazz, spaziando tra i successi del passato e le hit del momento.
        La sua voce, severa, graffiante, profonda, armonica, disegna melodie, pennellando parole e sentimenti; le liriche sono scandite come solo un metronomo saprebbe fare e l’integrazione con la band è perfetta.
        La band era composta da 3 elementi nella sezione fiati (sax, tromba e trombone), un contrabbassista, un batterista, un chitarrista, 2 percussionisti ed un pianista. Ha accompagnato Mario Biondi senza mai essere invadente, divertendosi e coinvolgendosi reciprocamente in simpatici siparietti verbali. La versatilità con cui alternava i ritmi delle canzoni faceva sembrare facile qualunque tempo suonato, con fraseggi importanti ma mai ruvidi o “offensivi” per l’orecchio, rilasciando un piacere d’ascolto, tipico di altri tempi!
        A metà del concerto, Mario Biondi invita sul palco Antonino (vincitore del talent show “Amici di Maria De Filippi” nel 2005): senza nulla togliere al giovane cantante pugliese, Mario Biondi lo ha sovrastato non solo per la “personale fisicità”, ma per l’evidente differenza del timbro vocale.
        Il momento più magico? L’assolo di tromba sul pezzo “Close to you (B. Bacharach – H. David)” che ha fatto vibrare brividi lungo tutta la schiena e sciogliere in applausi a scena aperta.
        Difficile assegnare il premio per il “Best Player”: la band è stata magnifica, discreta e dirompente nei momenti opportuni. Il cuore batte però un colpo aritmico per Lorenzo Tucci (il batterista): preciso, pulito, geniale! A volte sembrava che avesse una gamba ed un braccio cresciuto improvvisamente per coprire l’enorme quantità di colpi che riusciva ad assestare sullo strumento. La dinamica ed il “linguaggio” utilizzato ne fanno il mio “Best Player” della serata.
        Particolare e a metà tra il metafisico ed il psichedelico, grazie alla sapienza del tecnico delle luci, il duetto tra il batterista ed il percussionista con solo lo jambè.
        Alla fine con il bis, saltano tutti gli schemi dell’ordine nel teatro: il pubblico si alza dai propri posti (su cui era stato educatamente sistemato per le due ore di concerto) e si accalca sotto il palco per restituire a Mario Biondi il tributo che si merita!
        Una serata magica, ricca di emozioni, dominata dalla musica di Mario Biondi e la sua band.
        Non mancate l’occasione di andarlo a sentire: merita i soldi del biglietto.
        
        
        
        Angelo Valente



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