Laura Pausini in Concerto

Uno degli ultimi concerti del 2013 ce lo ha riservato Laura Pausini che, con questo tour, celebra i suoi 20 anni di carriera. 
         Chi ha seguito negli anni Laura Pausini, di certo non si attendeva un concerto elogiativo ma un concerto dal volto umano, in cui la barriera strutturale viene abbattuta dal cuore della cantante e dalla “benzina” che il pubblico ha saputo iniettare nelle vene di Laura e della sua band.
         Il palco era semplice, minimalista, in cui spiccavano solo le personalità e non le strutture: le luci, gestite alla perfezione, esaltavano le figure dei musicisti e, a metà, un drappo bianco – sul quale sono state proiettate immagini e filmati – divideva il front end dall’ensemble di 14 archi orchestrali che, per la prima volta nella storia canora di Laura, ha accompagnato i 25 brani che sono stati proposti.
         Laura si presenta puntuale all’appuntamento con il suo pubblico, cantando alla perfezione una storia fatta di vita e calore, tessendo una trama di sentimenti ed emozioni come pochi sanno fare.
         La band è discreta, mai invadente, lasciando a Laura il posto che si merita in un tributo musicale degno dei più grandi artisti mondiali.
         Il pubblico dialoga col palco senza un secondo di tregua, in un corto circuito di brividi e cantate a squarciagola: le mani si prodigano in applausi a scena aperta e Laura ricambia correndo da una parte all’altra del palco, senza dimenticare mai nessuno.
         La macchina del tempo fa il suo lavoro, portando gli spettatori/attori in un viaggio nella nostra storia, passando dai brani più recenti ai primi grandi successi.
         C’è un perché si segue Laura Pausini e perché si è deciso di decretarne il successo planetario: le due ore e mezzo di concerto sono la testimonianza di quanto il pubblico ami questa cantante mai banale, ironica e verace.
         Durante il “suo personale film”, Laura racconta eventi intimi della sua vita, emozionandosi come la prima volta sul palco di Sanremo: non è mai doma e si prodiga in sconfinamenti dal profumo celtico e sudamericano, accompagnata da un ballerino capace e poliedrico.
         Dedica due brani speciali a due delle figure che maggiormente hanno contribuito alla sua crescita  personale e professionale: “She” lo ha dedicato alla mamma, e “Invece no” alla nonna, dimostrando come si può essere “grandi” senza perdere di vista le proprie origini.
         Finito tutto, sparisce dietro le quinte e poi, ricompare in “abiti normali” per gli autografi…. a mezzanotte… fantastica!!!!
         Devo essere sincero: non ho assistito ad un concerto ma ad una testimonianza di umanità, in cui le emozioni sono arrivate dritte, senza pregiudizi né interferenze.
         Laura ha realizzato un sogno e noi ne siamo testimoni essenziali: “La solitudine” è il primo passo di questo cammino che, a testa alta, porta Laura nella Hall of Fame, assegnandole il titolo di “Regina”.

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